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Sezione di Biologia

Essere un Polpo o un Polipo? Questo è il Dilemma 

Molluschi

E’ capitato a tutti almeno una volta nella vita di pensare che dire polpo o polipo si riferisse allo stesso animale…

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FALSO! Il polpo è un animale il polipo un altro. In cosa sono differenti? Lo andiamo subito a scoprire!

IL POLPO

Carta d’identità:

Phylum: Molluschi

Classe: Cephalopoda

Ordine: Octopoda

Famiglia: Octopodide

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Anatomia:

Questo mollusco ha a sua disposizione non un paio di tentacoli, ma ben 4 paia! Ciascun tentacolo possiede due file di ventose.

Ma la caratteristica più curiosa di questo animale è l’avere 3 cuori! Determinandone così un sistema circolatorio chiuso.

La livrea del polpo è soggetta a cambiamenti cromatici, determinati principalmente dal bisogno di mimetizzarsi con l’ambiente circostante.

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Riproduzione:

Il polpo è per natura un animale molto territoriale e dalle abitudini solitarie. In primavera, durante il periodo riproduttivo, intuitivamente, fa un’ eccezione e si congiunge con un altro esemplare.

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Il dimorfismo sessuale è evidente, poiché i maschi risultano essere di dimensioni maggiori  e provvisti di un un braccio chiamato “ Ectocotile” la cui estremità è modificata e assume la forma di una spatola, utilizzata per introdurre lo sperma all’interno del corpo della femmina.

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Le femmine producono da 50.000 a 100.000 uova, deponendole in cordoni gelatinosi, che attaccano a supporti solidi. La schiusa avviene dopo 40 giorni circa.

Esse si preoccupano sia  della difesa che della costante ossigenazione delle uova. Questo impegno richiede un grande dispendio di energia, infatti la femmina smette di alimentarsi fino alla schiusa delle uova. Una volta avvenuta la schiusa la femmina incontra la morte.

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Il polpo dagli anelli blu viene considerato  uno degli animali marini più velenosi al mondo. Passa la maggior parte del suo tempo nascosto.                                                                                                

Caratteristica di questo simpatico cefalopode è proprio la sua livrea: su di essa troviamo tanti anelli blu. Nel caso in cui il polpo si senta minacciato mette in particolare evidenza questi anelli. Se questo avvertimento non dovesse bastare, allora morde l’aggressore iniettando il veleno. Questo veleno è in grado di uccidere anche un essere umano. In questo momento non esiste un antidoto.                           

Il  suo morso è indolore. I sintomi dell’avvelenamento sono nausea, vomito, difficoltà a vedere, a respirare e a parlare. La vittima deve essere tempestivamente soccorsa. Il polpo dagli anelli blu è comunque un animale pacifico e non aggressivo. I casi di attacco nei confronti dell’uomo sono pressochè rari, quelli avvenuti sono perchè un sub ha incautamente disturbato l’animale mettendo un piede vicino alla sua tana.

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CURIOSITA’: Il polpo è ritenuto un animale estremamente intelligente ( considerato il più intelligente tra gli invertebrati): diversi studi hanno dimostrato che è perfettamente in grado di svitare un tappo di un barattolo contenente del cibo. Talmente intelligente da far penare gli acquariofili più esperti in termini di allevamento. Proprio così! Infatti chiunque volesse allevare un polpo in acquario, deve tenere presente l’investimento per la costruzione di una particolare vasca. Non sono stati rari gli eventi in cui il nostro simpatico amico si è divertito a smontare il sistema di filtraggio della vasca, o meglio ancora a smontare il coperchio per darsela a gambe… pardon a tentacoli!

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Inoltre quando si sente minacciato è in grado di emettere dell'inchiostro, sia con solo scopo di nascondersi per poi fuggire, ma anche per infastidire il nemico, poiché l’inchiostro contiene un enzima chiamato tirosinasi che, entrato a contatto con occhi dell'aggressore, provoca irritazione e difficoltà visive. Secondo diversi biologi marini la sostanza è addirittura in grado di  inibire olfatto e gusto dei predatori, rendendo più difficile l'individuazione del polpo.

 

IL POLIPO:

 

Carta d’identità:

Phylum: Cnidaria
Classe: Anthozoa
Sottoclasse: Hexacorallia
Ordine: Actiniaria

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Appartenenti al phylum dei Cnidaria, esistono diversi “tipi” di polipi: andiamo a scoprirne qualcuno più da vicino.

Se vi dicessi il nome “Nemo” che immagine vi proietterebbe la vostra mente? Sicuramente l’immagine del vostro professore di latino al liceo che entra in classe dicendo:” Ragazzi oggi faremo i pronomi indefiniti!”… Ci ho azzeccato eh? ;) Bene, ora che i nostalgici latinisti sono sistemati, torniamo a noi…

Nemo altro non è che il protagonista del cartone animato “Alla ricerca di Nemo”, il simpatico pesce pagliaccio arancione e bianco (Amphiprion Ocellaris: scientifici questo è per voi <3) che insieme al suo papà Marlin vivono… (rullo di tamburi) in un… POLIPO! Proprio così! Avete letto bene!

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L’anemone è un polipo urticante che vive attaccato alle rocce dei fondali marini o sulle barriere coralline. Il suo più grande sforzo è quello di stare fermo e aspettare che qualche incauto pesce gli passi vicino per intrappolarlo grazie ai suoi tentacoli veleniferi per cibarsene. Insomma un animaletto adorabile non è vero? Punti di vista… per il pesce pagliaccio è fonte di protezione. Tra l’anemone e il pesce pagliaccio si instaura un legame simbiotico, dove il pesce grazie a una particolare secrezione di muco non viene ferito dai tentacoli dell’anemone, ricavando così protezione dai predatori; l’anemone invece riceve gli  avanzi alimentari del pesce pagliaccio.

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Ora che abbiamo ben chiaro che il polpo è quel simpatico animale che é in grado di svitare i barattoli e si riproduce una sola volta nella sua vita, mentre il polipo è un animale pigro che se ne sta fermo a urticare i “passanti”.

 

Un tipo particolare di polipo è la medusa, o meglio, la medusa con tanto di ombrello e tentacoli urticanti che noi tutti conosciamo non ha queste sembianze per tutto il suo ciclo vitale, ma per un breve periodo della sua vita attraversa lo stadio di polipo: l’animaletto arenato alla roccia. Questo attraversa vari stadi fino a raggiungere quello più conosciuto.

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Cosa abbiamo imparato oggi?

1) Quando andiamo a cena fuori, con le patate mangiamo il polpo, non il polipo

2) Quando andiamo in pescheria, è bene ordinare il polpo, poiché esistono pochi esemplari di polipi commestibili

3) Il polipo, quando si sente minacciato, non spruzza inchiostro, ma urtica l’aggressore.

 

Tutto chiaro?

​

Barbara Rossi

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SITOGRAFIA:

 

https://www.biologiamarina.org/polpo/

 

http://www.sapere.it/sapere/strumenti/domande-risposte/animali-ambiente/cuori-polpo.html

 

http://www.waza.org/en/zoo/choose-a-species/invertebrates/snails-cuttlefish-octopus-and-relatives-mollusca/octopus-vulgaris

 

https://www.focus.it/ambiente/animali/10-cose-che-forse-non-sai-sui-polpi

 

http://www.sublandia.it/index.php/organismi-marini/polpi-seppie-e-calamari-conchiglie-nudibranchi/498-il-polpo

 

https://www.biopills.net/articoli/animali/la-differenza-tra-polpo-e-polipo/

 

http://www.nationalgeographic.it/natura/2010/04/15/news/sea_anemone-1979/

 

https://animali-velenosi.it/animali-acquatici/polpo-dagli-anelli-blu/

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SITOGRAFIA IMMAGINI:

 

https://www.google.it/search?biw=1329&bih=557&tbm=isch&sa=1&ei=FcbdW5WxGofMwQLZwYVQ&q=polpo&oq=polpo&gs_l=img.3..0i67k1l4j0j0i67k1l2j0l3.265588.266619.0.267371.5.5.0.0.0.0.298.851.1j2j2.5.0....0...1c.1.64.img..0.5.839....0.zC-V3hgNgOs#imgrc=qr4j2JE586fq-M:

​

https://www.google.it/search?q=polipo+medusa&sa=X&biw=1319&bih=606&tbm=isch&source=iu&ictx=1&fir=uMibsbr2l6UPKM%253A%252C4duQCQYchAnyxM%252C_&usg=AI4_-kQw7jJenF60cabvbBUQLTguU7xQhQ&ved=2ahUKEwjq4L_6y7jeAhVCJVAKHTBaCcQQ9QEwCnoECAUQGA#imgrc=wOLTFVJYLiduiM:

 

https://www.google.it/search?q=polpo+anelli+blu&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwjkjIqD1breAhVHzaQKHdkMCpwQ_AUIDigB&biw=1329&bih=557#imgrc=oNC-TyhdRXdytM:

 

https://www.google.it/search?q=anemone+di+mare&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwjG3d-_1breAhUNmbQKHSFSCu0Q_AUIDigB&biw=1329&bih=557#imgrc=SXVba9AtUjaRBM:

 

https://www.google.it/search?q=medusa+animale&tbm=isch&tbs=rimg:CcYiCbkXoWbJIjiGqc4iVDusIsn6tz1ZgQ2_1NB7CsZ4BQ4dJCUwphf7Bdosz8Z-JKfqB0aXileESpMHauB_1KoIfs3CoSCYapziJUO6wiEYrxQLwlB8YTKhIJyfq3PVmBDb8RErh8Ro3m5dQqEgk0HsKxngFDhxHWGc5KMeJb_1SoSCUkJTCmF_1sF2EQbDCxt1-nsnKhIJizPxn4kp-oERk_14D2_1zYePgqEgnRpeKV4RKkwREPPl8uetdvRSoSCdq4H8qgh-zcEYx-N2UhYsuh&tbo=u&sa=X&ved=2ahUKEwi554uu2rreAhVQUlAKHWgOCgUQ9C96BAgBEBg&biw=1329&bih=557&dpr=1#imgrc=EzdukF6Th7ClhM

 

La farfalla

La Farfalla

Carta d'identità:
Phylum: Artropodi
Classe: Insetti
Ordine: Lepidotteri

Distribuzione: Europa, Asia, Americhe

Anatomia (esemplare adulto):
Il termine lepidottero significa “ala squamata” riferendosi a peluzzi appiattiti a forma di piccole squame che ricoprono
le ali di questo insetto, che tutti conoscono come “ la polverina delle farfalle”. Dal nome dell’ordine di appartenenza si
può dunque capire che la farfalla è un insetto alato; per quanto riguarda la struttura anatomica, essa possiede le caratteristiche di alcuni insetti comuni, il corpo è diviso il 3 settori: capo, torace, addome e possiede sei zampe (esistono delle eccezioni)

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Capo: poco mobile, superficie occupata da 2 occhi molto grandi. La farfalla possiede una vista a mosaico come la
maggior parte degli insetti e distingue molto bene i colori: ciò è necessario per la scelta del partner e per la scelta dei
fiori. Tra i 2 occhi sono presenti 2 antenne, hanno funzione tattile e olfattiva e grazie alla loro forma possiamo stabilire
se parliamo di farfalle diurne o notturne (note anche come falene).
La farfalla è un insetto succhiatore, pertanto l’apparato boccale è determinato da un organo chiamato spiritromba,
dall’incastro dei margini dei lobi mascellari si forma un lungo tubo, chiamato appunto spiritromba ( o proboscide).
Quando la farfalla è impegnata a nutrirsi la spiritromba è tesa perpendicolarmente, quando è a riposo la spiritromba è
avvolta a spirale.
Torace: il torace dei lepidotteri presenta una forma compatta e spesso ricoperto da una folta peluria. Sono presenti due
paia di ali, quelle anteriori sono più grandi di quelle posteriori (generalmente).
Sia la faccia inferiore che quella superiore delle ali sono completamente ricoperte da numerose scaglie incastrate tra
loro. In ogni scaglia sono contenuti i pigmenti che permettono alle farfalle di sfoggiare livree colorate.
Addome: suddiviso in 10 segmenti, gli ultimi segmenti delle femmine fungono da ovopositore retrattile. Le aperture
genitali si trovano generalmente sull'ultimo segmento.


Anatomia (esemplare non adulto)
Tutte le farfalle subiscono una metamorfosi, da larva all’esemplare con le ali che tutti conosciamo.
La larva di questo insetto è euriciforme, meglio conosciuta come bruco.
Il bruco presenta un capo ben sviluppato e 3 paia di vere zampe toraciche e spesso 5 paia di false zampe
carnose sui segmenti 3-6 e 10 dell’addome. Le false zampe possiedono alle estremità delle unghie che
consentono al bruco una salda adesione al supporto.
Peculiari sono le ghiandole della seta, ovvero ghiandole salivari modificate atte alla produzione della seta
utile a formare il bozzolo.


Alimentazione: gli esemplari adulti si cibano del nettare dei fiori, ma esistono alcune specie che si nutrono dei
succhi della frutta, mentre gli esemplari allo stadio larvale si cibano in continuazione di frutti in formazione e di fiori
delle piante sulle quali si schiudono.
Riproduzione: tutti i lepidotteri attraversano 4 stadi vitali: uovo,larva, crisalide (o pupa) e adulto.
Uovo: le uova vengono deposte in piccoli gruppi di 2 o 3. Il numero totale è variabile da 50 a 1000, dipende dalle
dimensioni della femmina e dalla specie. Prima della deposizione la femmina sceglie una pianta di cui la larva potrà
nutrirsi. Questo stadio dura 2-3 settimane
Larva: quando avviene la schiusa, la larva per uscire dall’uovo ne mangia il suo involucro e spesso anche ciò che ne
rimane una volta fuori. Parliamo ora,come detto nella sezione “Anatomia dell’esemplare non adulto” del bruco. Questo
stadio dura in genere 3 settimane, ma esistono specie che ibernano, in quel caso dura 9 mesi.
Crisalide: il bruco smette di alimentarsi e si prepara a impuparsi, cercando prima un luogo idoneo alla metamorfosi. Il
luogo è idoneo quando il bruco riesce a impuparsi correttamente e l’esemplare adulto riesce a uscire dalla crisalide
senza difficoltà. E’ tutto pronto! Il nostro ormai amico, incomincia a secernere seta, agitando il capo e contorcendosi

finendo con il ricoprirsi completamente. All’interno della crisalide avviene la metamorfosi. La durata di questo stadio è
variabile da specie a specie.
Adulto: Insetto alato.

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Farfalla diurna o notturna?
“ Le farfalle colorate volano di giorno e quelle poco colorate volano di 
notte”
NON SEMPRE E’ COSI’!
Le farfalle diurne presentano antenne con estremità rigonfia a clava mentre le farfalle notturne non presentano mai la forma clavata.
Nelle farfalle diurne le due ali poste sullo stesso lato del corpo sono collegate grazie a nervature presenti alla radice di quelle posteriori.
Le ali anteriori e posteriori delle farfalle notturne, invece, sono accopiate da una setola dura chiamata frenulum, (assente nelle farfalle diurne, fatta ad eccezione per la specie australiana della famiglia delle Hesperiidae) che sporge dalla base dell'ala posteriore.

 

Quando le ali sono a riposo: la farfalla diurna le chiude a libro facendole aderire perfettamente. La farfalla notturna, invece le ripiega a tetto, assumendo la forma a triangolo.

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A sinistra farfalla diurna; a destra farfalla notturna

Bibliografia e sitografia:
Bibliografia:
Chinery M, Guida degli insetti d’Europa , Franco Muzzio Editore,1998
Parisi V., Zullini A., Il nostro universo-il mondo degli animali, Utet,
Baccio B., Natale E. B., Celina B., Pietro B., Ernesto C., Giovanni C., Marina C., Ferraguti M., Ghirardelli E., Ghiretti F., Giusti
F., Grigolo A., Mainardi D., A Minelli A., Papi F., Parrinello N , Ricci N., Ruffo S., Sarà M , Scali V., Zullini A.
Trattato Italiano di Zoologia, volume 2, Editoriale Grasso 1991.
Sitografia:
https://it.blastingnews.com/curiosita/2017/07/farfalle-e-falene-qual-e-la-differenza-001858999.html
https://rivistanatura.com/impariamo-come-e-fatta-una-farfalla/
Bibliografia Immagini:
Parisi V., Zullini A., Il nostro universo-il mondo degli animali, Utet,
https://www.google.it/search?
q=farfalla+diurna+e+farfalla+notturna&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwjFis3S8eTdAhXyoYsKHWB5AzkQ_AUI
https://www.google.it/search?
biw=1366&bih=577&tbm=isch&sa=1&ei=YOaxW6DVG8eYsAeNm6CYDg&q=bruco+farfalla&oq=bruco+farfalla&gs_l=img.3..0

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La chiocciola

La Chiocciola

Carta d'identità:

 

Phylum: Molluschi

Classe: Gasteropodi

Sottoclasse: Polmonati

Ordine: Stilommatofori

Famiglia: Elicidi

Distribuzione: Europa, Asia, Americhe

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PRIMA DI INIZIARE

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Chiocciola?Lumaca? Lumaca senza guscio? Lumaca "con la casa dietro"? Dunque che ci crediate o no lumaca e chiocciola sono 2 animali ben distinti.

La chiocciola possiede una conchiglia, una struttura di protezione e all'interno vi sono sono gli organi interni.

Le limacce invece sono sprovviste di conchiglia.

Il termine lumaca spesso viene usato come sinonimo per riferirsi alle limacce.

 

ANATOMIA:

"Ma è solo un mollusco, anatomicamente parlando è un animale semplice". E invece no! In realtà la struttura corporea di questo animale non è banale.

Partiamo da quella che tutti chiamiamo "la casetta", d'ora in avanti la chiameremo guscio o conchiglia. Il guscio ha una funzione protettiva e viene prodotto grazie a secrezioni calcaree da parte del mantello. A seconda della specie la conchiglia può assumere colorazioni e forme differenti.

Il corpo come sappiamo tutti è molle e umido e viene suddiviso in 3 parti: piede,testa e sacco viscerale.

Il piede: quella che tutti chiamano "la codina" in realtà è il piede, esso è una massa muscolare che la chiocciola utilizza per muoversi insieme all'emissione di bava.

La testa: si trova all'estremità dell'animale e comprende 4 tentacoli retrattili, nella parte basa sono presenti 2 tentacoli che hanno funzione olfattiva, e tattile. La bocca è composta da 2 labbra e 2 guance, al suo interno una sorta di lingua munita di dentelli con cui l'animale sminuzza il cibo, detta “radula”. In alto si notano altri 2 tentacoli più piccoli con gli occhi sull'apice.

Il sacco viscerale: la parte superiore è costituita dal mantello, il quale serve a formare la conchiglia, a seguire troviamo tutti gli apparati e il sistema nervoso.

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Anatomia Generale

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La conchiglia di Helix: 1. apice; 2. suture interne; 3. asse colummellare; 4. apertura columellare; 5. bordo conchigliare; 6. apertura boccale. 

ALLEVAMENTO:

La chiocciola viene principalmente allevata per uso alimentare, negli ultimi anni viene allevata anche come animale da "compagnia", non è raro trovare dei terrari o paludari con all'interno specie di tipo ornamentale.

Infine vi sono studi medici che implicano l'utilizzo delle chiocciole.

Qualsiasi tipo di allevamento uno voglia approfondire vi sono dei fattori da tenere a mente.

1) Umidità: la chiocciola non ama la siccità, infatti in natura vive nei pressi dei corsi d'acqua, esce soprattutto di notte, durante il giorno preferisce rintanarsi nel suo guscio, fatta eccezione nelle giornate di pioggia dove esce dal suo guscio e va alla ricerca di cibo. In cattività è davvero importante assicurare all'animale una temperatura fresca e umida, con dei ripari dai raggi diretti del sole, ad esempio sassi e cespugli vanno benissimo.

2)Alimentazione: la sua dieta prevede principalmente erbe e foglie, ma non disdegna funghi e frutti.

La chiocciola preferisce, come tutti sappiamo l'insalata, creando talvolta malcontento ai contadini. Le piante in natura che appetisce sono: Borragine, Bardana,Tarassaco, Ortica e molte altre. Non gradisce piante ricche di spine peli e fortemente odorose come per esempio le foglie dei pomodori. La sua alimentazione deve sempre essere

fresca e umida.

3)Riproduzione: non presenta alcun dismorfismo sessuale, poichè questo animale è ermafrodita e ogni individuo è bisessuato. Pertanto durante il suo ciclo vitale, può essere sia maschio sia femmina. La riproduzione avviene in tarda primavera e in estate. Dopo l'accopiamento la chicciola depone le uova in fondo a un incavo, in seguito le ricopre con la terra. Dopo all'incirca 3 settimane avviene la schiusa e le chioccioline vanno alla ricerca del nutrimento.

4)Letargo: In natura la chiocciola va in letargo, al termine dell'estate ricerca una posto sicuro dove passare l'inverno, crepe dei muri, in mezzo a cespugli o sotto terra. Una volta aggiudicato il luogo, l'animale si raggomitola in fondo al guscio, secerne una sostanza che a contatto con l'aria si solidifca e chiude l'apertura boccale. Si addromenta per poi risvegliarsi in primavera.

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Chiocciola in letargo

SPECIE DIFFUSE

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Cepea nemoralis

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Helix Lucorum      

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Helix Aspersa

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Helix Pomatia

Bibliografia:

Avagnina G., La chiocciola. Manuale pratico di eliciocoltura,Edagricole, 2017

Beaumont E., Gli animali dei campi,Bergamo, Casa editrice Laurus,1995

 

Sitografia:

 

https://www.focusjunior.it/animali/enciclopedia-degli-animali/chiocciola/

 

https://cultura.biografieonline.it/differenze-chiocciola-lumaca/

 

 

Bibliografia Immagini:

 

Avagnina G., La chiocciola. Manuale pratico di eliciocoltura,Edagricole, 2017

Beaumont E., Gli animali dei campi,Bergamo, Casa editrice Laurus,1995

Istituto  geografico Deagostini. Invertebrati, atlante fotografico degli animali,Milano,Deagostini,2012

Enciclopedia Illustrata Milano,Mondadori,2004

Il pesce rosso

Carta d’identità

Nome scientifico: Carassius Auratus

Ordine: Cypriniformes

Famiglia: Cyprinidae

Sottofamiglia: Cyprininae

Genere: Carassius

Nomi comuni: Pesce Rosso, Carassio Dorato, Goldfish

Distribuzione geografica: Originario dell’Asia, maggiormente diffuso in Cina e Giappone.

Pesce Rosso

Allevamento

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Sarà capitato a tutti almeno una volta nella vita di possedere il famosissimo pesce rosso, rigorosamente in una boccia di vetro o in una vaschetta di plastica la cui lunghezza superava di rado i 20 cm, senza sistema di filtraggio, con annessa piantina di plastica e l’immancabile forziere del tesoro… Niente di più sbagliato!

Il Carassius Auratus appartiene alla famiglia dei Ciprinidi e può arrivare a misurare 48 cm di lunghezza, può vivere fino a 25 anni e addirittura fino a 40! (In casi eccezionali ma comunque allevato opportunamente)! Tutti i pesci rinchiusi dentro a vaschette di plastica non raggiungono tale dimensione a causa del nanismo indotto, poiché non hanno più spazio per crescere. Quindi il mito della boccia o vaschetta in plastica lo abbiamo sfatato! Rafforziamo il mito sfatato dicendo che il pesce rosso è un animale socievole e gregario, pertanto per un allevamento corretto si parla di minimo 5 individui. Arrivati a questo punto sorgerà una domanda spontanea:” Ma se il pesce rosso arriva a misurare 30 cm e vive bene in un piccolo branco, quanto dovrà misurare la mia vasca?” Ottima domanda, la cui risposta è:” Nessuna vasca! Eh sì, il nostro ormai amico senza segreti è un pesce da laghetto!” (Più avanti vedremo che alcune varietà di pesci rossi possono essere allevati in una vasca).

Il laghetto ideale dovrebbe essere profondo 2 m e la superficie intorno ai 6-7 m2. In inverno mentre la superficie si ghiaccia, in profondità l’acqua non gela e rimane a 4°C, temperatura idonea al letargo dei pesci, i quali rallentano il loro metabolismo mangiando sempre meno e nuotando lentamente. Le misure accettabili sono 80-120 cm di profondità, inoltre il laghetto è bene che sia posizionato da ricevere 6 ore di sole al giorno e contornato da piante di media altezza per ombreggiare e dare la possibilità di refrigerio ai pesci. Importantissimo è il sistema di filtraggio! Occorre installare un filtro di ottima qualità e perché no, magari anche qualche gioco d’acqua. È bene introdurre anche delle piante, tendendo presente che i pesci rossi sono dei grufolatori eccellenti, ovvero impiegano gran parte del loro tempo a rovistare sul fondo alla ricerca di cibo, pertanto è bene scegliere delle piante resistenti sia ai pesci ma anche alle temperature e eventuali agenti atmosferici, le tipiche piante impiegate sono ninfee e Cerathophyllum, ma ne esistono altre.

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Varietà

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“Avevi parlato di pesci rossi allevabili in vasche, ricordi?”

Certamente! Di seguito scopriremo che non esiste un solo pesce rosso, come erroneamente si pensa ma ne esistono diversi.

Iniziamo dicendo che possiamo suddividere i pesci rossi in due categorie: a coda singola ovvero quelli comuni e i “fancy” pesci rossi fantasia in Italiano. I pesci fancy sono il frutto di selezione genetica ottenuta per evidenziare una caratteristica fisica e sviluppare particolari forme del corpo. La loro longevità è inferiore rispetto al pesce rosso comune e si aggira intorno 8-15 anni di vita, inoltre possono arrivare ad una lunghezza di 30 cm. Le loro capacità natatorie solitamente sono compromesse, a causa dei corpi arrotondati, delle lunghe pinne, dalla scarsa visione (tipica dei pesci con gli occhi enormi, fuori dalle orbite) e della forma del corpo compatta. Non brillano per agilità e non nuotano velocemente, ma hanno comunque bisogno di un acquario molto grande per avere la possibilità di nuotare tranquillamente. Anche loro sono pesci sociali e pertanto è bene allevare in un acquario adeguato un gruppetto di 3 esemplari.

L'acquario deve avere spazio sufficiente per “l’arredamento” come piante, legni e radici, gli arredi non devono togliere spazio al nuoto dell’animale, quindi è bene non esagerare. Estremamente gradita è la presenza della pietra porosa in quanto aiuta l’ossigenazione dell’acqua.

Veniamo ora alle dimensioni della vasca, essa deve misurare ALMENO 120x50x50 cm per i pesci rossi fancy.

Le varietà fancy più conosciute ed allevate sono: Cometa il più simile al pesce comune, le pinne sono molto più sviluppate, presenta una colorazione rossa e bianca, ma si può trovare anche completamente rossa. Shubunkin molto simile al “Cometa”, la sua colorazione bianca rossa e nera è caratteristica e viene chiamata “calico”.

Oranda la sua particolarità è una grossa deformazione in testa, pinne e coda molto accentuate.

Black Moor come suggerisce il nome è un pesce interamente nero, con la caratteristica dei così detti “occhi telescopici”, ovvero occhi molto grandi e sporgenti. La sua testa è notevolmente sviluppata, se si vuole allevare questo pesce è opportuno osservare due accorgimenti: evitare la convivenza con pesci che nuotano velocemente, i quali lo metterebbero in difficoltà visto che le sue caratteristiche fisiche non gli permettono un nuoto veloce, meglio introdurre pesci non vivaci poiché potrebbero danneggiare gli occhi, è sempre consigliabile un allevamento di tipo monospecifico.    

1)

2)

3)

4)

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1) Varietà Shubunkin, 2) Varietà Cometa, 3) Varietà Black Moor, 4) Varietà Oranda.

Alimentazione

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È un pesce onnivoro, in natura si nutre prevalentemente di plancton, vegetali, invertebrati. Ricerca i suoi alimenti grufolando sul fondale, scavando nella sabbia e infilandosi tra le rocce.

In cattività accetta i mangimi commerciali (mi raccomando devono essere di buona qualità). In aggiunta al classico mangime è bene somministrare una dose di verdure come: spinaci, piselli sbollentati, zucchine e broccoli vanno benissimo. È importante integrare le verdure al mangime perché talvolta quest’ultimo risulta essere troppo proteico.

In commercio esistono diversi tipi di mangime, per esempio i pellet affondanti, le pastiglie d’alga, il cibo surgelato, il cibo in gel, il cibo vivo… vanno bene più o meno tutti l’importante è non eccedere nelle dosi e prestare particolare attenzione ai mangimi completi e quelli supplementari. La differenza è facile, quelli completi al loro interno hanno tutto il necessario, quelli complementari no e in base alle caratteristiche di ognuno, alcuni sono da considerarsi come un “dessert”, ovvero la somministrazione deve essere occasionale e non quotidiana.

La quantità e la frequenza della somministrazione dipende dell’età, per gli esemplari adulti è ottimale la somministrazione di mangime durante il giorno e la somministrazione di verdure la sera, mentre per gli esemplari più giovani è bene alimentarli più volte al giorno ma con dosaggi ridotti. Molto utile è spargere il mangime per tutta la vasca, in modo tale da non fare ingerire la dose tutta in un secondo.

 

Riproduzione

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Il carassius auratus depone le sue uova nella vegetazione sommersa in acque non molto profonde.

Il periodo di fregola tendenzialmente incomincia da marzo (primavera inoltrata) fino alla fine di agosto. La temperatura ideale è compresa tra i 15-20°C. Vengono deposte tante uova, a intervalli di 7-11 giorni, il massimo di uova deposte si aggira in un range di 190-200 per esemplare. E la schiusa avviene al massimo dopo 10 giorni.

 

È bene imparare\ricordare che...

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È vietato rilasciare in natura i pesci rossi! Molte persone si ritrovano nelle loro vasche un pesce a loro dire gigante (15 cm, ma noi sappiamo che non è da considerarsi gigante) e “immortale”, quindi un “peso” da mantenere… allora decidono di liberare il loro pinnato in un corso d’acqua. La cosa peggiore che si possa fare! I pesci rossi sono animali costantemente affamati e a loro volta territoriali! Pertanto entrano in competizione sia alimentare che territoriale con la fauna autoctona, compromettendone la sopravvivenza viste le dimensioni che può raggiungere. La cosa migliore da fare è cercare una dimora adeguata al pesce, a questo punto un laghetto! Informarsi tramite annunci se qualcuno fosse interessato a prendere con sé il pesce, oppure chiedere a strutture specializzate come parchi e acquari.

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Carassius Auratus

Il Rapporto Uomo - Animale

Il rapporto animale - uomo

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Il rapporto uomo-animale è sempre stato oggetto di indagini antropologiche e di ricerche scientifiche. Oggi questo tema richiama la nostra attenzione grazie all’affermarsi di una sensibilità animalista ed ecologista.

 

La concezione del rapporto uomo animale è cambiata nei secoli. Nella cultura dell’antico Egitto, per esempio, uomo e animale venivano visti come la manifestazione della medesima sostanza divina e si pensava che dopo la morte l’anima immortale dell’uomo si sarebbe reincarnata in tutti gli esseri viventi. Successivamente durante l’epoca ellenistica Aristotele sottolineò l’idea di superiorità dell’uomo sugli animali, affermando che quest’ultimi presentano dal punto di vista biologico e anatomico delle somiglianze con la specie umana, pur rimanendo comunque esseri inferiori in quanto gli uomini riescono a porli al proprio servizio e ad usarli per la loro utilità.

La concezione monoteista nelle Sacre Scritture generò invece una frattura, traducibile in un antagonismo, tra uomo e animale imponendo una scala gerarchica che vide l’assoluta sottomissione da parte degli animali nei confronti dell’uomo. Solamente grazie al concetto ebraico dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio venne giustificata per la prima volta, dal punto di vista religioso e razionale, l’uccisione degli animali a scopo alimentare. Così per motivare l’atto l’uomo non dovette più servirsi di rituali, tipici invece delle primitive religioni panteiste.

Anche l’affermarsi del cristianesimo non portò alcun riscatto per gli animali, poiché chiunque avesse osato difenderne i diritti sarebbe stato considerato influenzato dal demonio, tanto che si dovette attendere l’intervento di San Francesco e del suo Cantico delle Creature, nel quale dialoga con la natura, per ottenere qualche forma di il rispetto verso la vita degli animali.

Nei secoli successivi fu soltanto grazie alla teoria dell’evoluzionismo di Darwin che venne infine riconosciuta la stretta parentela tra uomo e animale. Mentre il successivo sviluppo di nuove discipline come l’antropologia, la psicologia e l’etologia, modificarono ulteriormente la visione dell’animale mostrandolo non più come un essere irragionevole e senz’anima, ma come il soggetto di una ricerca che può aiutare a comprendere gli stessi comportamenti umani.

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L’etologia per esempio, disciplina che studia il comportamento degli animali mediante l’osservazione dei determinanti ambientali e fisiologici, ha dimostrato l’esistenza fra le specie animali di forme di apprendimento, linguaggi e comportamenti simbolici. Uno dei fondatori dell’etologia come disciplina scientifica fu Konrad Lorenz, il quale riteneva che l’animale fosse indispensabile per l’uomo. Esso infatti rappresenterebbe una fonte di attrazione e ispirazione fondamentale per l’uomo dato che questi pensa e ordina sé stesso prendendo come esempio gli animali stessi.

​Negli anni ’60 gli animali ottennero per la prima volta il riscatto tanto atteso. Nel 1961 lo psichiatra Boris Levinson parlò per la prima volta di Pet therapy nel suo lavoro "II cane come coterapeuta". Lo stesso Levinson si rese poi conto, nel 1969, che quando riceveva nel suo studio un bambino con disturbi psichici, questi si dirigeva verso il suo cane, dimostrandosi più spontaneo e più disponibile all’interazione. Levinson arrivò così a dedurre che l'animale fosse un mediatore utile a ristabilire i contatti sociali e lo usò in maniera sistematica nella relazione psicoterapeutica con i suoi piccoli pazienti, ottenendo dei buoni risultati. Aveva notato infatti che un bambino spesso è intimorito nella comunicazione diretta con il terapeuta e la presenza dell'animale facilitava l’espressione delle proprie difficoltà comunicando in maniera indiretta attraverso l'animale. Tutti questi processi avvenivano attraverso scambi affettivi e giocosi tra bambino e animale rendendo l'incontro terapeutico più sereno.

Le continue ricerche hanno anche dimostrato che questa terapia porta benefici che alleviano lo stres, l’ansia, il dolore dei pazienti negli ospedali, che favoriscono la riabilitazione dei disturbi cognitivi, dall’Alzheimer all’autismo e che facilitano la vita di persone con handicap (per esempio i cani guida affiancati a persone non vedenti).

Terapie spesso consigliate sono la delfinoterapia e l’ippoterapia.

La delfinoterapia consiste esattamente nel far interagire i bambini con i delfini, e viene usata per molte patologie fra le quali l’autismo; l'ippoterapia, che comporta invece l’interazione con i cavalli, viene anch’essa utilizzata nei bambini affetti da autismo o da sindrome di Down, oltre che per le patologie acquisite a seguito di traumi correlati all’infortunistica stradale e di lavoro.

Molti ricercatori sostengono che gli animali, in alcune occasioni, riescono a essere “migliori di una medicina”. Nel 2002 Karen Allen, ricercatrice della State University of New York a Buffalo, ha sottoposto un difficile test di matematica sia a persone che possedevano cani o gatti che a persone che non ne avevano. Durante l’esecuzione del test misurò frequenza cardiaca e pressione arteriosa, constatando che i proprietari di animali erano in grado di mantenere la propria pressione sanguigna costante e senza picchi di ipertensione, al contrario di chi non ne possedeva.

Una ricerca pubblicata da Parminder Raina, epidemiologo canadese, sostiene che i cani e i gatti mantengono attivi soprattutto gli anziani e che

chi convive con un animale è più efficiente nelle attività quotidiane, dal salire le scale al cucinare fino al mantenimento dell’igiene personale. Anche la ricercatrice italiana Francesca Cirulli afferma che la presenza di un animale in casa ha effetti positivi sul sistema immunitario della famiglia, infatti numerose ricerche affermano che i bambini cresciuti con i cani e con gatti tendono a contrarre meno allergie e ad avere meno infezioni intestinali rispetto ai bambini che crescono in ambienti asettici.

Questi studi potrebbero indurci a pensare che per stare bene è necessario, o quasi obbligatorio, possedere un animale, ma non è così. La convivenza di un uomo con un animale infatti è possibile che abbia risvolti positivi, ma non è necessariamente vero. A smentire l’infallibilità della convivenza uomo-animale ci pensa lo psicologo statunitense Harold Herzog, studioso dell’interpretazione uomo-animale, il quale si è interrogato più volte su quanto fosse reale l’effetto degli animali sul benessere delle persone. Durante i suoi studi rilevò che l’effetto degli animali sul benessere delle persone in alcuni casi era effettivamente reale, ma constatò anche che in altri non vi era alcun impatto su tale benessere. Questo non vuol dire che i benefici non esistano veramente, ma solo che non sempre sono riscontrabili o determinanti. Lo psicologo sconsiglia quindi a chiunque di prendere un animale solamente per ragioni di salute; gli animali devono essere presi soltanto perché si ha voglia di stare in loro compagnia. Questo comporta da parte dei proprietari il dovere di assicurare ai loro animali un tenore di vita che rispetti le loro esigenze.

Autore

Non bisogna mai dimenticare che gli animali sono esseri viventi e in quanto tali hanno delle esigenze. Per questo motivo è importante, ogni volta che vogliamo prendere un animale, domandarci:” Sarò in grado di garantirgli un’esistenza adeguata e garantire i sui bisogni fisiologici, ambientali e sociali?”. Successivamente è nostro dovere reperire le informazioni su tali bisogni e se non dovessimo essere in grado di garantirli, rinunciare all’animale. Gli animali possono avere un effetto benefico per l’uomo, ma deve essere un effetto reciproco.

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di Barbara Rossi  

 

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SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA:

 

http://arlian.media.unisi.it/DOCUMENTI/Priolo-margine-effimero.pdf

http://www.psicologiaitinerante.it/22.PET.THERAPY/22_1_pet_terapy.htm

 

Focus Extra (70), NOI E LORO, Milano, 2016

 

Fonti Immagini

http://www.abilitychannel.tv/ippoterapia-per-disabili/?cn-reloaded=1

 

http://www.lintellettualedissidente.it/cultura/uomo-vs-mondo-animale/

 

http://www.justdog.it/blog/224/l-etologia-applicata-agli-animali-domestici.aspx

 

https://it.blog.bepuppy.com/gatti/curiosita-sui-gatti/storia-del-gatto-antico-egitto/

 

https://pixabay.com/it/ragazza-cane-bellezza-giovane-1561943/

 

https://pixabay.com/it/cavallo-pony-ragazza-2858776/

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Barbara Rossi

Caporedattrice Sezione di Biologia

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